16/05/13

Uniscimi 'sto cazzo.

Guy ha milioni di libri da leggere, che elencheremo brevemente: lansdale, un paio di fantascienza, big sur di kerouac, tre o quattro noir.
E questi sono solo quelli ufficiali.
Vorrebbe anche prendere tra le mani i dialoghi di platone e nietzsche e tragedie greche e le commedie di aristofane, ma mica c'è tempo per fare tutte queste cose?
Guy si sveglia la mattina, fa finta, e guarda i venti gb di musica che ha scaricato di recente e cerca di ascoltare un album a caso.
Prende un album a caso come pornography dei cure. Ascolta le prime due canzoni tentando di concentrarsi sul testo, poi manda tutto a fanculo e mette album che ha ascoltato settanta milioni di volte come ad esempio atom heart mother.
Si piazza davanti al pc e passa da un sito all'altro senza discriminazioni di sorta, pensando che "questo sì che è un fottuto genio" e ridendo quando incontra la foto del cazzo di un tizio infilato in un polipo.
Poi riflette sul fatto che dovrebbe allargare i suoi circoli sociali e, che ne so, chiamare un amico e andarsi a fare una birra piuttosto che prendere a picconate negri virtualmente.
Ma socializzare non è mai stato uno dei suoi punti di forza, allora rilegge vecchi taccuini, mette in ordine i tiretti, si stende sul letto e manda un paio di messaggi a persone che non risponderanno.

La sera Guy esce e si incontra con Fanny che, per inciso, è la sua ragazza. E fanno tante belle cose come passeggiare, mangiare un gelato, andare al cinema, scopare, ascoltare musica, sostare sul letto, parlare della situazione politica attuale e degli ultimi avvenimenti sociali verificatisi nelle loro vite.
Si guardano negli occhi, anche.
Insomma fanno tutte queste belle cose che dovrebbero unire.
Il ragazzo torna a casa e, mezzo brillo, si sdraia sul divano e pensa che tutte queste cazzate che dovrebbero unirci, unirvi, unire tutti noi, sono grosse stronzate fini a se stesse.
Tutti pensano che si dovrebbe essere più felici dopo aver fatto questo e dopo aver fatto quello. CONDIVIDERE è la parola degli ultimi dieci anni.
Dobbiamo condividere quello che abbiamo con gli altri, condividere i momenti con la nostra famiglia, condividere esperienze con gli amanti, situazioni con gli amici, ho condiviso parecchio con Tom, ho condiviso il cesso con un giapponese, ho condiviso i banchi con una zoccola. Stiamo a condividere cose che non sono neanche nostre. Cosa ci frega di condividere, di unirci, per poi tornare ognuno a casa sua, negli stessi letti, sugli stessi divani, per guardare verso il nostro ultimo istante?
Lui non si vuole unire, non vuole che qualcuno di diverso entri a gamba tesa nelle sue giornate per dire cose che non vuole sentire, per costringerlo in circoli sociali dannosi per la salute mentale, per stare a contatto con gente che non merita di essere guardata negli occhi.

Si gira sul divano tentando di trovare una posizione comoda, fissa i ghirigori sul muro e si sente così solo come se potesse morire in quell'istante.
Il cuore gli bussa sul petto per farsi sentire: toc toc toc toc toc toc. Trenta secondi e smette.
E' passato anche questa volta.
Si avvolge nella coperta e comincia a divagare nel dormiveglia.

Così guadagno spazio. Noi sappiamo che si sente...sta male. Ma non è detto - adesso integralizziamo - adesso facciamo un prologo. Sentivo grande - le scie del viscido. Giocatori delle strade provano così ad esportare appositamente luoghi pubblici.
"Io sono cattivo, ma non "cattivo", sono proprio CATTIVO." dice un politico qualsiasi nella sua testa.
Domani mi sveglio presto e mi faccio la barba.

La mattina si sveglia dopo aver sognato l'apocalisse e la fine del mondo e non è contento di essere ancora vivo.
Chiama Fanny, sono le sei di mattina, e le chiede un favore.

"Dimmi, Guy, cosa?"
"Uniscimi 'sto cazzo."

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